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A piccoli passi nella vita di Santa Rita. La morte

E’ il 22 maggio 1447, durante la notte fonda le campane del santuario da sole suonavano a festa, annunciando la “nascita al cielo”. Rita si è spenta, nel cuore della notte.

Appresa la notizia i Casciani accorsero in monastero per vederla, e il corpo di Rita iniziò ad emanare un piacevole profumo, la ferita sulla fronte mutò in una luce abbagliante, attorno al suo corpo comparve uno sciame di api nere, che si annidarono nelle mura del convento e da quel giorno ancora sono lì, non hanno un alveare, non fanno miele e da cinque secoli si riproducono fra quelle mura.

Passando davanti al corpo di Santa rita, un vecchio falegname deturpato, vedendo Rita , pensò tra se, oh se potessi ti costruirei una cassa di legno, qualche mese dopo per intercessione di Rita le costruì una “cassa umile”.

Attualmente la cassa è esposta in Monastero, dalle sue dimensioni possiamo risalire alla statura di Rita, una donna minuta con un corpo armonioso. Dieci anni dopo, la cassa fù aperta per la prima ricognizione, e trovarono il corpo completamente intatto. Così, senza rimuoverlo dalla “cassa umile” venne calato dentro un’altra cassa di legno pregiato e dipinta dove venne raffigurato il vero volto di Santa Rita, che fu chiamata “cassa solenne”.

L’immagine che ne risulta è quella di una donna forte, che dalla vita ha avuto le sofferenze più atroci, e le piaghe più scure.

L’esempio di Rita non deve andare perduto, anzi essere mostrato a tutti i suoi fedeli come modello di fede e di vita.

 

 

 

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